Levigare il parquet: quando, perché, come?

Per alcune persone quei graffietti, la vernice un po’ consumata nelle zone in cui siamo passati con maggiore frequenza, l’incisione lasciata dal giocattolo del nipotino, etc… sono i segni tangibili della propria storia, del proprio vissuto, e lì devono rimanere come ricordo tangibile degli “eventi”; ma non tutti la pensano allo stesso modo, e di tanto in tanto ritengono opportuno ringiovanire il proprio parquet.

Cercherò di rispondere in maniera molto semplice ad alcune delle domande che mi vengono poste dai Clienti a tale proposito:
“Perché levigare un palchetto?”
Fondamentalmente la sola risposta che mi sento di dare è che ha senso farlo quando il mio pavimento in legno non mi piace più per via dei troppi segni di usura che il tempo gli ha “donato”, e da qui si deduce anche la risposta alla domanda “Quando?”
E’ un’operazione che non possiamo certamente fare da soli, a meno di non essere degli artigiani esperti e dotati di attrezzature specifiche come una levigatrice orbitale, un “giocattolo” che ha un valore di alcune migliaia di euro che soltanto un palchettista professionista di solito possiede.
La risposta alla domanda “Come si leviga un parquet?” è quella che merita sicuramente una risposta più attenta e dettagliata.
Intanto ci tengo a precisare, per coloro che non avessero letto il libro in omaggio “Il parquet è roba da ricchi” che la frequenza con cui si decide di far levigare un parquet dipende ovviamente da molti fattori quali l’essenza legnosa con cui il mio pavimento è realizzato (un legno più duro oppure più tenero), e la frequenza ed il numero di persone che abitualmente lo calpestano. Indicativamente un dato medio ci dice che ogni levigatura viene fatta mediamente dopo 15/ 20 anni direi, ma ci sono casi di pavimenti che hanno oramai compiuto il secolo di vita e che nessuno ha mai ritoccato.
Le moderne tecniche ed attrezzature di cui i palchettisti sono dotati permettono comunque di ottenere un pavimento pari al nuovo, nel senso che al termine del lavoro di levigatura e verniciatura, il vecchio parquet magari un po’ spento che possedevo in precedenza sarà solo un lontano ricordo.
La prima operazione che verrà eseguita è la levigatura vera e propria, con levigatrici orbitali potenti e robuste, che asportano completamente la vernice pre-esistente ed aspirano completamente la polvere che altrimenti svolazzerebbe nella casa. Dopo vari passaggi eseguiti con carta vetro di grana differente si ottiene una superficie legnosa vellutata e perfettamente uniforme, priva di graffi o di qualsiasi segno del passato.
Se ci sono delle doghe non più stabili o addirittura parzialmente mancanti queste devono essere riparate o sostituite, per poi procedere con la stuccatura dell’intera superficie. Lo stucco ha la funzione di andare a riempire quei piccoli fori presenti nel legno (ad esempio nelle vicinanze dei nodi) o le fughe tra una doga e l’altra che non dovessero più essere perfettamente accostate tra di loro. Lo stucco viene sempre dato nelle tonalità del legno, in modo da essere invisibile una volta terminate le operazioni di verniciatura.
Qui inizia la parte più difficile, un vero e proprio “segreto” che nessun palchettista vuole svelare: la verniciatura. Sembra la cosa più banale del mondo ma la prima mano di vernice data ad un parquet è il momento più delicato dell’intera operazione. Non devono rimanere aloni, non devono vedersi i segni del pennello ( o del rullo a seconda delle tecniche) tra un passaggio e l’altro, e la vernice deve asciugare uniformemente… altrimenti tutto il lavoro diventa vano.
Di solito vengono stese dalle due alle tre mani di vernice, intervallate da una leggera levigatura tra una verniciatura e l’altra per rendere più vellutato il risultato finale, eliminando del tutto quelle eventuali fibre superficiali del legno che dovessero sollevarsi.
Date un’occhiata al video che trovate sulla mia pagina di YouTube per vedere i dettagli

 

 

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